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Ricerca e Pubblicazioni

Benvenuti nella nostra raccolta di pubblicazioni di ricerca in cui esploriamo l'affascinante mondo dei fenomeni aerei non identificati (UAP) e delle potenziali intelligenze non umane (NHI). Le nostre pubblicazioni coprono una vasta gamma di argomenti e mirano a contribuire allo studio interdisciplinare degli UAP e delle NHI.Luna Nova si propone come spazio di studio interdisciplinare dedicato ai fenomeni UAP e alle intelligenze non umane, con particolare attenzione agli aspetti scientifici, culturali, psicologici e filosofici.
Collaboriamo con ricercatori indipendenti, accademici e centri di ricerca, sia in Italia che a livello internazionale, per promuovere un'indagine seria, trasparente e fondata su dati.
Questa sezione raccoglie pubblicazioni, articoli, report e studi promossi o seguiti dal nostro team.

Un consorzio internazionale di scienziati rompe il silenzio accademico e propone un metodo rigoroso per studiare i fenomeni aerei e sottomarini non identificati

Nel gennaio 2025, un gruppo di oltre trenta tra fisici, antropologi, astrofisici, ingegneri, filosofi della scienza e militari in pensione ha pubblicato un documento che segna un punto di svolta nello studio dei cosiddetti UAP (Unidentified Anomalous Phenomena), già noti come UFO. Il titolo è eloquente: “The New Science of Unidentified Aerospace-Undersea Phenomena”.

Frutto di un lavoro multidisciplinare e transnazionale, il paper – che supera le 100 pagine – intende superare anni di stigma e negazionismo intorno a questi fenomeni, delineando un nuovo approccio scientifico, aperto ma rigoroso, allo studio di eventi che sfidano le nostre attuali conoscenze in ambito tecnologico, fisico e percettivo.

Una questione globale, non americana

Uno dei primi miti che il documento sfata è l’idea che il fenomeno UAP sia esclusivamente americano. Gli autori, tra cui il fisico Kevin Knuth, lo storico Richard Dolan, l’antropologo Peter Skafish, il ricercatore italiano Massimo Teodorani e l’astrofisico Jacques Vallée, ripercorrono quasi un secolo di documentazione ufficiale e testimonianze, partendo dai “Ghost Flyers” scandinavi degli anni ’30, passando per i Foo Fighters della Seconda Guerra Mondiale, fino agli avvistamenti contemporanei monitorati da progetti scientifici come Hessdalen (Norvegia), VASCO (Svezia), The Galileo Project (Harvard) o UAPx (USA).

Cinque osservabili e una domanda aperta

Gli UAP vengono definiti come fenomeni che non rientrano immediatamente in categorie prosaiche o note. Alcuni di questi mostrano caratteristiche straordinarie, i cosiddetti Five Observables, già descritti dal programma AATIP del Pentagono:

  1. Sostentamento senza superfici aerodinamiche

  2. Accelerazioni istantanee

  3. Velocità ipersonica senza boom sonico

  4. Capacità transmediale (aria-acqua-spazio)

  5. Invisibilità o mimetizzazione radar

A questi, si aggiunge un sesto parametro, inquietante ma documentato: interazioni biologiche anomale con esseri umani e animali.

Scienza dell’invisibile: tra astrofisica e antropologia

Il documento sottolinea che una parte dei fenomeni può certamente essere spiegata: errori di interpretazione, eventi atmosferici rari, tecnologia umana avanzata. Tuttavia, una percentuale significativa – dal 4% al 40% dei casi analizzati – resta inspiegabile, anche dopo indagini approfondite.

Per questo, gli autori propongono di riformulare il metodo scientifico per l’analisi dei fenomeni rari e imprevedibili, ispirandosi all’astrofisica e alla geologia: creare osservatori distribuiti, utilizzare sensori multispettrali, sincronizzare strumenti, comparare dati qualitativi e quantitativi.

Inoltre, viene dato spazio all’apporto delle scienze sociali e umane, ritenute fondamentali per comprendere la dimensione esperienziale dei testimoni. L’antropologo Peter Skafish – in continuità con la corrente di pensiero della SOL Foundation – richiama l’importanza di non ridurre l’esperienza UAP a puro dato tecnico, ma di esplorarne anche le implicazioni ontologiche, cognitive e culturali.

Oltre lo stigma: costruire una scienza dei limiti

L’intento del documento è chiaro: riconoscere che siamo davanti a un fenomeno reale, non ancora spiegato, e degno di studio. Viene criticata l’inerzia scientifica di fronte a eventi che sfidano le attuali teorie fisiche (oggetti che viaggiano a Mach 40 senza scia o rumore, per esempio) e la mancanza di trasparenza istituzionale, in particolare negli Stati Uniti, dove molti dati sono ancora classificati.

Il documento non azzarda ipotesi extraterrestri, ma non esclude alcuna possibilità, purché supportata da dati. Piuttosto, invita a ripensare il concetto stesso di “ignoto” in termini di fenomeno multidimensionale, che tocca la tecnologia, la natura, la coscienza e forse persino la nostra idea di realtà.

Conclusione: verso una nuova epistemologia del mistero

The New Science of UAP è un testo coraggioso e profondamente necessario. Non pretende di avere risposte definitive, ma apre lo spazio a una nuova modalità di interrogare l’ignoto, uscendo dalle strettoie dello scetticismo sterile e del fideismo ingenuo.

Il messaggio è chiaro: non serve “credere” o “non credere”. Serve studiare, ascoltare, osservare. Serve una scienza più umile e più ampia.

Perché, come scrivono gli autori, “esiste un residuo di fenomeni che continuano a sfidare ogni spiegazione razionale. E proprio lì potrebbe nascondersi una nuova comprensione della realtà”.

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